Uno stent contro l’ipertensione resistente

Uno stent contro l’ipertensione resistente

Oggi, 17 Maggio 2017, è la giornata mondiale contro l’ipertensione arteriosa, promossa dalla World Hypertension League (WHL), un’associazione che collega 85 associazioni nazionali del settore.
L’ipertensione è una condizione caratterizzata da valori di pressione sistolica maggiori di 140 mmHg e/o valori di pressione diastolica maggiori di 90 mmHg. A causa della sua elevata prevalenza nella popolazione generale e dell’impatto sulla mortalità e sulla morbilità cardiovascolare, l’ipertensione è considerata universalmente il principale fattore di rischio cardiovascolare.
La gestione del soggetto iperteso prevede principalmente modifiche al suo stile di vita e terapia farmacologica. Tuttavia, in alcuni soggetti, gli approcci standard non fanno raggiungere i risultati desiderati ed in questi casi si parla di ipertensione resistente.

Alcuni approcci per questa particolare tipologia di soggetti sono indirizzati verso i barocettori carotidei, strutture sensoriali coinvolte nei meccanismi di controllo della pressione sanguigna. In questo ambito, il dispositivo più noto è probabilmente il Barostim neo™ (CVRx, Inc.), un sistema impiantabile per la stimolazione elettrica dei barocettori carotidei composto da un generatore di impulsi, destinato ad essere impiantato all’interno di una tasca ricavata sul torace, e degli elettrodi che vanno suturati direttamente sul seno carotideo.

Recentemente un nuovo dispositivo è apparso all’orizzonte: si tratta del MobiusHD™ (Vascular Dynamics, Inc.), uno stent auto-espandibile in Nitinol che viene impiantato per via transcatetere in corrispondenza del seno carotideo e mira ad effettuarne un rimodellamento anatomico al quale dovrebbero corrispondere migliori funzioni di regolazione della pressione sanguigna.

Nonostante il primo paziente sia stato trattato nel 2013, i dati di efficacia relativi a questo innovativo approccio sono ancora molto limitati. I primi risultati di uno studio multicentrico (6 centri distribuiti tra Paesi Bassi e Stati Uniti) sono stati pubblicati nel 2015 all’interno di un abstract presentato ad una conferenza. La procedura fu eseguita su 15 pazienti che presentavano valori medi di pressione di 181/102 (± 18/11) mmHg e assumevano più di quattro farmaci antipertensivi. Su 3 dei 15 pazienti si sono verificati eventi avversi giudicati gravi, imputabili alla procedura (2 eventi) o al dispositivo (1 evento). Solo 9 dei 15 pazienti sono stati osservati a 6 mesi e hanno mostrato una riduzione della pressione arteriosa giudicata significativa (superiore a 10/5 mmHg).
Attualmente sono in corso tre studi osservazionali non comparitivi ed uno studio clinico randomizzato, destinato ad essere completato entro Giugno 2018. Quest’ultimo, denominato CALM-START (NCT02804087), è da considerarsi di grande importanza poiché conta di arruolare 110 partecipanti in due bracci e prevede di utilizzare una procedura simulata (sham) come intervento sul braccio di controllo mentre i partecipanti nel braccio sperimentale riceveranno il dispositivo MobiusHD™. Le variazioni dei valori pressori rispetto ai valori iniziali verranno misurati 24 ore dopo l’intervento e dopo un periodo di 90 giorni.
Questo studio potrebbe fornire risposte concrete sull’efficacia dell’intervento e definire una nuova opzione terapeutica contro l’ipertensione resistente.

 

 

Per approfondire:

 

http://siia.it/xi-giornata-mondiale-contro-lipertensione-arteriosa/ ●●● Sito della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA).

https://www.cadth.ca/sites/default/files/pdf/EH0027_Baroreflex_Therapy_for_TRH_e_rev.pdf ●●● Link ad un report canadese che valuta il Barostim neo™ (CVRx, Inc.).

Spiering W, Van Der Heyden J, Devireddy C, Foster MT 3rd, Bates MC, Kroon AA. LB02.05: Controlling and lowering blood pressure with the MobiusHD device: first-in-man results (CALM-FIM study). J Hypertens. 2015 Jun;33 Suppl 1:e86. ●●● L’abstract citato nell’articolo.

https://clinicaltrials.gov/ct2/show/record/NCT02804087 ●●● Link allo studio in corso citato nell’articolo.

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