From Lab to Market

From Lab to Market

Innovare secondo meNel mondo meraviglioso dell’Ingegneria Biomedica si utilizzano le metodologie e le tecnologie proprie dell’ingegneria al fine di comprendere, formalizzare e risolvere problematiche d’interesse medico-biologico, mediante una stretta collaborazione degli specialisti dei vari settori coinvolti. Ma il fine ultimo di questa disciplina è quello di produrre artefatti in grado di andare sul mercato.

 

From Lab to Market

Un classico flow chart con cui si evidenziano le azioni e le decisioni da prendere per arrivare a produrre un dispositivo innovativo soggetto a essere tutelato in termini di Proprietà Intellettuale (IP) e da brevetto, lo ha proposto Michael N. Helmus, sulla rivista Nature Nanotechnology 2, 130 – 131 (2007) doi:10.1038/nnano.2007.55 http://go.nature.com/2l77gx9

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Figure 1 This flow chart highlights the major actions and decisions related to patents and IP that are involved in taking an invention from the lab to the market.

 

Maggiori informazioni sono reperibili qui:

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“Examining Intellectual Property Concerns In Medical Device Development”, un articolo di Jamie Hartford pubblicato il 18 Novembre 2016 sul blog di “QMed” http://bit.ly/2k9KSz8

 

La diffusione delle idee che risolvono problematiche ingegneristiche nel campo biomedicale, fino alla realizzazione di prodotti pronti ad andare sul mercato, è un processo che tipicamente attraversa l’intero ecosistema dove sono presenti competenze STEM e in particolare quelle dell’Ingegnere Biomedico, dalle Università e Centri di Ricerca (includendo tutti clinici, ingegneri e scienziati che sviluppano le conoscenze di base), le istituzioni governative (tra cui chi si occupa di certificazioni, sicurezza, standard al fine di ottenere i permessi per produrre dispositivi che possano essere usati e venduti sul mercato), e l’industria.

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http://bit.ly/2jONgyR

 

In questo ecosistema globalizzato, accade regolarmente che il mondo accademico percorra strade parallele in nazioni e continenti diversi, ignorando completamente le fasi di pre-analisi dei brevetti depositati e dei prodotti già presenti sul mercato in relazione alle tecnologie e alle soluzioni da investigare.

Sul fronte opposto, il metodo scientifico con cui i Makers si approcciano a sviluppare nuove idee si è ormai perso definitivamente. Gli startuppers pensano solo ad andare sul mercato con nuovi prodotti e nuove soluzioni nel modo più rapido possibile, escludendo pre-analisi del mercato e il confronto con quanto c’è già di esistente (a causa dei costi richiesti). Inoltre, sono in tanti ormai a sostenere che, basti l’idea e prepararsi al meglio, per andare sul mercato, mentre come realizzare i “prodotti” è ormai considerato un task marginale.

Due approcci curiosamente paralleli: quello accademico e quello degli startupper aggressivi, eppure entrambi nella società di oggi, contribuiscono a quello che noi chiamiamo “Innovazione”.

Gli effetti collaterali che questi due approcci lasciano sul mercato però sono devastanti:

  • A causa dell’incontrollabile cultura della trasparenza, il mondo accademico si troverà sempre più spesso a doversi giustificare per aver impegnato ingenti risorse pubbliche su temi che hanno già soluzioni sul mercato – per aver riscoperto l’acqua calda.
  • Il mondo dei Makers invece, verrà sacrificato sempre di più in nome degli interessi di immagine di organizzazioni parassite presenti sul mercato, organizzazioni interessate solo a far partire nuove iniziative mascherate da formatori, benefattori istituzionali, venditori di tecnologie.

Per dar evidenza a questo tema intrinsecamente difficile da portare alla ribalta, proverò a fare quattro esempi di tecnologie innovative a due a due contrapposte, tutte meritevoli di essere prese in considerazione, fino a quando non sono percepite dal pubblico, l’una a fianco dell’altra.

L’unica risposta accettabile a questo tema, sollevato dalle evidenze oggettive, è sempre e solo quello di ricorrere alla giustificazione che siamo sul mercato e che la libertà d’iniziativa è sacra.

Come persona che proviene dal mondo accademico e come cittadino che paga la formazione dei nostri giovani e dei nostri accademici, inclusi i progetti pubblici e privati finanziati con risorse istituzionali (Tasse), non mi sento garantito conoscendo la leggerezza con cui si accettano queste consuetudini.

Per questo, voglio promuovere la consapevolezza dei pericoli collegati al tema “From Lab to Market” tra tutti i Makers, gli accademici e le istituzioni, perché ognuno nel suo piccolo mondo, possa interagire costruttivamente contribuendo a mettere ordine dove manca e darsi un metodo certo per procedere a Innovare.

 

 

 

Accademia

http://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371/journal.pbio.1002593

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Market

https://www.emotiv.com

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Accademia

http://www.meetthelifesciences.it/it/archvio/542-come-prevenire-epilessia-e-passaggi-repentini-veglia-sonno-dai-dispositivi-indossabili-presto-la-soluzione

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Prevenire l’insorgere di crisi epilettiche e passaggi repentini veglia-sonno: è l’obiettivo del progetto di ricerca Panacee, di cui è capofila il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze dell’Università di Siena. Lo studio, tra i beneficiari del Bando Fas Salute della Regione Toscana, prevede vari step, ultimo dei quali la messa a punto di dispositivi indossabili a basso costo capaci di acquisire e analizzare i segnali dell’attività cerebrale per riconoscere con anticipo situazioni critiche e agire con le azioni più appropriate. Di epilessia, modificazioni della vigilanza e obiettivi del progetto Panacee abbiamo parlato con il responsabile scientifico dello studio, il professor Alessandro Rossi dell’Ateneo senese, che coordina il team di cui fanno parte anche il Dipartimento di Ingegneria dell’informazione e Scienze Matematiche dell’Università di Siena, l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e la Facoltà di Fisica dell’Università di Pisa.

 

Market

https://www.empatica.com/science

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Conclusioni assolute non ce ne sono, solo un insegnamento dato dal buon senso.

Chi si avventura senza metodo, rischia il fallimento. Anche se chi sta sui banchi a fare formazione a tutti racconta che è sempre un ottimo punto di ripartenza, (se capita a te e non a loro!).

Tutto dipende da quanto sono le risorse che abbiamo investito, da quante persone abbiamo coinvolto, impegni presi.

Quando capita di imbattersi in notizie contrastanti come i due esempi che ho riportato, tra aspettative scientifiche da investigare e l’offerta di prodotti già presenti sul mercato, che producono imbarazzo in chi se ne rende conto, la risposta razionale che ci possiamo dare è sempre e solo la stessa:

C’è ancora tanto da imparare in tutti i campi d’intervento Accademici e Mercato.

Come sempre, troverete su questo blog spazio per tutte le vostre opinioni.

Chi ha altri esempi da raccontare può aggiungere le sue osservazioni nei commenti o condividere documenti originali da pubblicare insieme.

 

Alessandro Mazzarisi

 

 

 

Riferimenti

 

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